Cimiteri Famosi

Cimitero islamico Al-Baqi, Medina, Arabia Saudita

Si tratta di quel che è rimasto del cimitero islamico più famoso al mondo, fatta eccezione ovviamente della tomba di Maometto, inumato nella sua dimora accanto alle spoglie dei primi suoi due successori. In un mondo in cui l’abnegazione dell’uomo nei confronti di Dio deve essere totale (da cui il nome stesso della relativa religione “Islam”, ovvero “sottomissione”) l’umiltà della dimora che accoglierà l’esanime corpo umano funge indubbiamente da degno epilogo. Un’umiltà che deve trasparire manifesta dagli stessi cimiteri. Certo, il Taj Mahal andrebbe in controtendenza; ma d’altronde là siamo in un contesto particolare e mausolei siffatti sono pur sempre l’eccezione.

Questo cimitero non è sempre stato come noi lo vediamo ora, tutt’altro. Prima era ciò che in Europa potrebbe essere definito un cimitero monumentale. Non che ora sia meglio o peggio, la morte in certo qual modo sigilla un qualcosa che sembra essere estraneo al tempo e agli attributi. Ma per chi vede ora questo cimitero, il suo esser mutato così radicalmente nel tempo è elemento che a parer mio arricchisce di significato quel che emerge dalla terra nuda. Il cimitero di Al-Baqi a Medina non è più un cimitero monumentale, ma un monumento all’umiltà della condizione umana.

Facciamo un veloce passo indietro, un veloce preambolo per meglio comprendere questo fazzoletto di terra uguale all’apparenza a tanti altri fazzoletti di terra. Siamo forse nel luogo migliore per comprendere il mondo islamico. Al-Baqī è il cimitero storico della parte orientale di Yathrib (l’odierna Medina) in cui da tempo immemore si inumavano i cadaveri in un semplice sudario secondo l’usanza semitica. Precetti che poi sono entrati a far parte della cultura islamica. Il wahabismo che è la corrente islamica tra le più “ortodosse/integraliste” esige (in certi contesti esigerebbe) un pieno rispetto di questa usanza al di là delle singole personalità. Questa corrente si è successivamente affermata in Arabia Saudita, da qui le “modifiche” imposte a questo cimitero che all’origine era (direi che doveva essere) “monumentale” per l’importanza dei corpi che ospitava.

In tempi relativamente recenti, ovvero all’indomani della conquista dell’Arabia da parte del sovrano saudita ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd, avvenuta nel 1924, questo famoso cimitero fu completamente “smantellato”. Credo che la decisione di smantellare questo cimitero sia stata decisamente sofferta, e che fu messa in atto con grande sforzo emotivo degli stessi mussulmani che abbatterono il cimitero più sacro alla loro religione. Nell’immagine qua sotto, il cimitero di Al-Baqi come appariva prima dello “smantellamento”, con i relativi mausolei e monumentali “cappelle”.

By Unknown author – alnabi musium, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=40354338
File:Jannatul-Baqi before Demolition.jpg
Legenda: 1. House of sorrow 2. Mausoleum of four Shia Imams 3. Daughters of the Prophet 4. Wives of the Prophet 5. Aqil and Abullah ibn Jafar 6. Malik and Nafie 7. Ibrahim, the little son of the Prophet 8. Halimah al-Sadiah 9. Fatimah Bint Asad 10. Uthman, the third Caliph.

Nel wahhabismo, la corrente islamica predominante in Arabia Saudita, non solo ogni monumentalità è bandita dai cimiteri, ma lo stesso “pellegrinaggio” e “venerazione” delle tombe “famose” viene “disincentivato”. Ciò varrebbe anche per il “pellegrinaggio” alla tomba del profeta. In questo caso però il notevole flusso di pellegrini islamici che da tutto il mondo si dirige (e si dirigeva) verso la tomba di Maometto è stato un forte deterrente per le autorità saudite a “disincentivare” anche questa pratica devozionale. Ma ciò non ha salvato gli altri celebri cimiteri islamici dell’area. Un uomo per quanto importante rimane pur sempre un uomo anche dopo la morte e il pellegrinaggio verso le sue spoglie mortali non è per nulla visto di buon occhio. Nei precetti islamici seguiti rigidamente dal wahhabismo bisogna evitare che il ricordo dei morti, sia pure di grande rilevanza, ottunda il culto che si deve al solo e unico Dio (Allah). Da qui lo smantellamento di questo maestoso cimitero.

Nonostante ciò il cimitero di Al-Baqi è ancora oggi meta di grandi flussi di “pellegrini” proprio per la presenza delle spoglie mortali di illustri personaggi legati alla prima diffusione dell’Islam. Ad ogni modo i corpi esanimi qua “accolti” sono avvolti in un semplice telo e così sepolti. Una pietra a ricordo del corpo sottostante è il loro più grande monumento. Il cimitero è delimitato dalla città che ha avuto una recente e rapida espansione. La sua cerchia muraria sembra delimitare una zona fuori dal tempo e quasi avulsa dal resto del contesto urbano. Sembra un pezzo di deserto come un qualsiasi altro pezzo di deserto che caratterizza l’Arabia; non in contrasto, non in sintonia. Paradossalmente è questo che me lo rende così grandioso.

Di Mardetanha – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4883099

Letteralmente l’espressione araba Al-Baqi significa “il Pruneto”, qua furono sepolti tutti i più importanti musulmani che accompagnarono Maometto nell’egira (a eccezione dello stesso Profeta e dei suoi due primi successori, altrimenti detti califfi). Tra gli altri vi sono le spoglie mortali della sua stessa terza moglie Aisha e del terzo califfo ʿUthmān ibn ʿAffān. Trovare sepoltura accanto a questi illustri personaggi per la religione islamica era considerato un vero e proprio privilegio.

By Mardetanha – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4883134

Va anche detto che questo successivo “smantellamento” ha suscitato molti malumori all’interno della comunità islamica. Soprattutto da parte del mondo sciita che che ha definito yawm al-ghām, “Giorno del lutto”, quell’avvenimento. Ma non solo il mondo sciita insorse, proteste si levarono dalla comunità islamica internazionale (a riguardo vedere:https://www.al-islam.org/history-shrines/history-cemetery-jannat-al-baqi ). Molti mussulmani, appartenenti ad altre correnti islamiche, ritenevano e ritengono che non vi sarebbe nessun culto dei morti nel porgere il proprio omaggio ad una tomba di un defunto, ciò sarebbe solo un atto di umana pietà. A sostegno di ciò citano per esempio la stessa amara vicissitudine di Maometto che pianse amare lacrime sulla tomba dell’infante suo figlio Ibrāhīm (partoritogli dalla schiava copta Maryam). Non voglio entrare in questioni teologiche, ciò era solo per dire che lo “smantellamento” di questo cimitero dovette essere stato un atto che ha lacerato non solo la comunità islamica ma anche le singole coscienze.

In definitiva a seguito dell’indirizzo religioso della monarchia saudita questo cimitero “monumentale” fu “smantellato” ( https://en.wikipedia.org/wiki/Demolition_of_al-Baqi ) proprio perché all’interno del wahabismo il culto sepolcrale viene visto di cattivo occhio proprio perché potrebbe fare “ombra” alla venerazione di Dio. Ciò che ci resta è un monumentale fazzoletto di terra per l’umana pietà.

Leonardo Massi (Maggio-Luglio 2020)

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