Cimiteri Famosi

Cimitero Nishi Otani, Kyoto, Giappone

Andando verso il tempio di Kiyomizu ci si imbatte quasi per caso, almeno a me così è successo, in qualcos’altro di terribilmente affascinante: Nishi Otani il cimitero di Kyoto. Il famoso tempio di Kiyomizu è estremamente bello di per se stesso e per l’ambiente dove è immerso; questo cimitero invece non è altrettanto famoso ma è altrettanto suggestivo. In verità per me lo è stato ancor più del tempio stesso. è un lungo srotolarsi di fitte tombe che vi accompagnano dalla città fin quasi all’inizio del tempio Bello ma non turistico, siete voi e le migliaia di tombe sparse lungo il tragitto. Non che il fatto che non sia “turistico” ne migliori l’aspetto o vado a deterimento di quelli che turisticamente rilevanti lo siano. è solo l’atmosfera che lo eleva ancor più. Un cimitero immenso che dona però, almeno a me, una sensazione a metà strada tra quella di un piccolo cimitero sperduto nelle campagne e di un piccolo cimitero sperduto nell’appennino umbro.

Foto di form PxHere
https://upinthenusair.com/2018/02/01/kyoto-cemetery/
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Okunoin, Koyasan, Giappone

L’Okunoin è uno dei luoghi più mistici e sacri del Giappone, un luogo che evoca appieno la spiritualità del buddhismo così come si è attecchito in Giappone. Non per nulla è proprio qua che si trova il mausoleo del fondatore del Buddhismo Shingon, ovvero di Kobo Daishi  una delle persone più venerate del Giappone, che si dice non sia mai morto ma semplicemente in meditazione in attesa dell’arrivo di Miroku Nyorai, il Buddha del futuro. Nel frattempo, Kobo Daishi provvede a dare sollievo a coloro che chiedono la salvezza.

La leggenda vuole che in questo luogo non ci siano morti, ma solo spiriti anch’essi in attesa di Miroku Nyorai. Solamente quando costui arriverà, tutte le anime che riposano nelle sculture o le cui ceneri sono state adagiate davanti al mausoleo di Kukai, potranno risvegliarsi ed incamminarsi al suo seguito

Si tratta di un cimitero particolare per il semplice fatto che è aperto al pubblico. Tutti i cimiteri lo sono, ma questo diciamo che quasi lo potremmo definire turistico. Attributo che porta con sé un qualcosa dipoco consono epr un cimitero. Non che ci sia nulla di male, anzi, ma che ce lo fa vedere sotto una luce un pò diversa. Dico questo perché è per esempio possibile anche dormire in questo cimitero, all’interno di qualche tempio buddhista là situato. Dico questo perché uno dei momenti più suggestivi per visitare Okunoin è sicuramente il Rosoku matsuri, quando i monaci del Koyasan accendono migliaia di lanterne lungo tutto il sentiero del cimitero. è una tardizione che si ritrova in tutto il giappone ma che qua assume delle caratteristiche particolari proprio per l’ambiente dove si è immersi. Come vi dicevo si può dormire anche in questo parco-cimitero, ma facendo attenzione in quanto se soggiornate in un tempio buddhista in loco, questo sicuramente chiuderà le proprie porte molto presto, rischiando che non vi facciano più entrare per la notte.

È collocato in zona monte Koya: https://it.wikipedia.org/wiki/Monte_K%C5%8Dya

sito che ne parla bene: https://www.japan-experience.it/citta-koyasan/okunoin ; https://www.japan-guide.com/e/e4901.html

OLYMPUS DIGIDi Daderot – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2753833TAL CAMERA
regione Kansai, Il cimitero di Okunoin

Questa area sacra è con il tempo diventata il cimitero più grande del Giappone. Le tombe dove dimorano le anime che attendono assieme a Kobo Daishi (al secolo Kukai che visse tra il 774 e l’ 835) di seguire Miroku, il Buddha del futuro, sono ormai più di 200.000. Assieme a queste in quel fatidico giorno si incammineranno dietro Kobo Daishi anche le anime che a Okunoin dimorano e che sono testimoniate da capelli o ceneri poste dai parenti proprio davanti il mausoleo di Kukai.

Per un visitatore lo srotolarsi del cammino all’internod iq uesta area sacra è densa di passaggi simbolici che richiedono atti di “omaggio” a tutti i fedeli buddhisti che vi si recano.

da sito https://www.japan-experience.it/citta-koyasan/okunoin:

Un piccolo assaggio dell’aldilà

Attraversare il ponte Ichi no Hashi che apre la strada verso l’Okunion, significa attraversare un ponte tra due mondi. Poco prima di oltrepassarlo, i fedeli giungono le mani e si inchinano per testimoniare il loro rispetto verso Kukai. Dall’altra parte, l’amosfera cambia, l’aria si carica di sacralità. I cedri svettanti, che segnalano i primi luoghi di sepoltura, nascondono il cielo e il resto del sentiero lastricato che si inoltra nel bosco. Gli stili dei monumenti funerari variano troppo perché gli occhi possano attardarsi su ciascuno di essi, ma i cenotafi più spettacolari attirano l’attenzione, come quello che un’impresa d’insetticidi ha dedicato alle sue vittime, le termiti.

https://www.japan-experience.it/citta-koyasan/okunoin

Una cosa mi stupisce e che mi fa d alegame (tra el altre cose più di “sottofondo”) al contesto mediterraneo ed anche balcanico. Si tratta della vista di accessori che rivestono le statue del Buddha, costituite spesso di piccoli bavagli rossi. Sono le offerte che le madri lasciano per proteggere i loro bambini o per portar loro fortuna nell’aldilà. Mi riecheggia l’uso di “liberare” i neonati dal “malocchio” tipico del sud Italia (vedere Martino) o di altri Paesi balcanici come la Romania. Ma ogni considerazione di natra antropologica qua lascia il posto ad assaporare il momento mentre si attraversa questi stadi dell’essere ad Okunoin materialmente presenti testimoniati dall’atraversamento del ponte ponte di mezzo, Naka no Haashi, o di un altro ponte come Gobyo no Hashi che annuncia il passaggio a un livello ancora più avanzato di sacralità. Il ponticello, le cui trentasei assi sono incise con immagini di divinità buddiste, è considerato, come quello all’ingresso, una sorta di passaggio sacro. Anche qui si è quindi soliti inchinarsi con le mani giunte (anche queste quasi un simbolo universale per la preghiera che per quel che ne sappiamo affonda le sue radici nel mondo sumerico, e forse in che cos’altro anche prima di esso) per invocare Kukai prima di attraversarlo.

Dicevo che questo cimkitero può esser vista come un’area turistica ma per altri aspetti assolutamente no. In alcuni spazi è severamente vietata ogni cibaria, bevanda e fotografia.

Una casupola di legno ospita la pietra di Miroku. Uno dei punti più sacri. Quella pietra una volta sollevata, pesa i peccati di ogni persona.

È possibile accedere alla pietra attraverso delle piccole fessure nelle pareti ed è consuetudine cercare di prenderla in mano per posizionarla su una mensola in alto.

https://www.japan-experience.it/citta-koyasan/okunoin

Il centro focale di tutta l’area è però un padiglione che si staglia tra gli alberi, dove centinaia di candele ardono costantemente anche nel cuore della notte. Da qua si entra nella dimora eterna di Kukai, meta del pellegrinaggio dei fedeli.

“Il tempio sullo sfondo”

L’Okunoin, “Il tempio sullo sfondo”, rimane prima di tutto un luogo di preghiera. Le oltre mille tombe vengono eclissate da questo sepolcro inaccessibile ai comuni mortali. Il Gobyo racchiuderebbe infatti il famoso Kobo Daishi, da sempre rinchiuso qui senza dire una parola, in un permanente stato di meditazione. Ogni giorno, dei pasti vengono deposti davanti alla porta, in cambio del suo sforzo, mentre dei monaci e dei normali cittadini si raccolgono in silenzio o recitando a bassa voce delle sutras. Ognuno è libero di rappresentarsi come meglio può il venerando padre fondatore all’interno di questo spazio esiguo. Le porte rimangono chiuse, qualsiasi cosa succeda.

https://www.japan-experience.it/citta-koyasan/okunoin

È qua che all’interno della festività dell’Obon avviene il Rosoku matsuri, dove un migliaio di candele venogno accese ogni anno. Come in ogni altro luogo del Giappone, più di ogni altro luogo del Giappone.

Adam JonesSegui
Choishi Path – Okunoin Cemetery – Koyasan – Japan – 19 da: https://www.flickr.com/photos/adam_jones/47949842958/
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