Cimiteri Famosi

I cimiteri sono tutti ugualmente belli, tutti ugualmente suggestivi. Sono tutti ugualmente estranianti, sono tutti ugualmente terreni. E sono tutti diversi. Tutti uguali ma diversi ma al contrario degli animali in Animal Farm non vi è nessuna allusione gerarchica in tale dicitura. Qua parleremo di quelli più noti e famosi, per un motivo o per un altro. Qua parliamo di quelli fuori dall’Italia che sono sia più famosi, sia più particolari. Almeno stando al mio punto di vista supportato però dalla fama internazionale che quel cimitero ha ottenuto. Per un paio di loro non vi è questo supporto, ma li ho altresì inseriti. Sono luoghi assai diversi tra loro. La maggior parte affonda le sue radici culturali in un contesto europeo, e d’altronde l’origine di chi sta scrivendo non è mai secondaria.

Cimitirul Vesel di Sapanta, Romania

Săpânța 437305, Romania

Il cosiddetto cimitero “allegro” di Sapanta nella regione di Maramures in Romania. Nella regione nota per l’immancabile presenza in ogni villaggio delle tipiche chiese di legno frutto di un divieto della corona ungherese che al tempo 8siamo nel il divieto imposto dalla corona d’Ungheria di costruire edifici sacri ortodossi in pietra in quei territori. V La più alta costruzione in legno d’Europa è invece la Chiesa del Monastero delle Monache di Barsana, dotata di una torre che sfiora i 62 metri. Le otto chiese lignee del Maramures sono incluse nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO dal 1999.

Chiesa del Monastero delle Monache di Barsana

In questo ambito dove la maestria artigianale locale si lega ad uno spiccato senso religioso testimoniato da queste Chiese in legno, qua sorge un particolare cimitero. il cimitero non poteva essere una banalità da lasciare in eredità al territorio.

A soli quattro chilometri dal confine ucraino, sulla riva del Tisa, si trova il piccolo villaggio di Sapanta, che ospita il famoso “cimitero allegro”. Nascosto dietro la chiesa di legno di Sapanta (in Romania) questo cimitero monumentale si chiama proprio “cimitero allegro” (basta guadare la foto per capire perché). Più di 900 tombe. Con gli epitaffi più stravaganti che mischiano arte, poesia e un po’ di allegria.

Il cimitero è un vero e proprio museo a cielo aperto ed è conosciuto in tutto il continente per le croci in legno dipinte che adornano le sue tombe. Su ognuna di esse sono presenti: un dipinto che raffigura il defunto, impegnato a svolgere il suo lavoro ed un simpatico epitaffio che ricorda, spesso in tono scherzoso, le sue principali caratteristiche. Questa tradizione è iniziata nel 1935 grazie all’opera di uno scultore locale, Ioan Stan Patras, che ha scolpito e adornato queste croci fino al 1977 e prosegue grazie al suo apprendista Dumitru Pop, che continua a realizzare una decina di croci l’anno.

Sapanta Autore
Aw58
Sapanta autore: Aw58

Queste lapidi non sono poi così diverse da quelle romane di quasi due millenni antecedenti. N etanto meno sono così diverse da quelle delle campagne umbre di un secolo fa. Oggi gli spazi per l’epigrafe evidentemente costano di più, e le parole a ricordo del defunto sono svanite. Ma onestamente io stesso non saprei cosa di re di un defunto. E d’altronde un’immagine esprime bene qualcosa.L’immagine sopra recita:

Qua compaio anche io sulla croce del mio nipote. Foglia verde di “durzau” (nome dialettale di un qualche albero della zona) sono stato io Fiscus Grigore. Nell’anno quattordici è iniziata una guerra, freddo è il mio corpo interrato, in Galizia sotto un abete. Quando alla guerra son partito, dietro non sono più tornato, Lì il nemico mi ha sparato (1915)

Foto 1, l’uomo in primo piano che tiene per mano un bambino:

Qua io riposo, ionu Sardaccai mi chiamo. Finché ho vissuto sulla terra ho lavorato e mi sono rammaricato, ho vissuto con rammarico perché sono rimasto vedovo e la vita ho abbandonato a 65 anni.

Foto 1, donna che fila la lana in secondo piano:

Qua io riposo. la mia Maria di Ionu Dicchi mi chiamo. nel mondo per quanto ho vissuto qualunque lavoro ho amato, ho usato “l’attrezzo per tessere” e ho tessuto belle gonne. però me en sono andata arrabbiata. Non ho lasciato la moglie in casa però ho lasciato due uomini a vivere arrabbiati. Di me si ricorderanno e per sempre “per me chiederanno una messa” perché la vita ho abbandonato a 69 anni

Tra apici (“…”) riporto quello che è grosso modo il significato del termine usato ma non il termine specifico)

Sapanta, Author: Roamata

Fin che ho vissutonel mondo il mio nome è stato pop Ion. Da quando ero piccolino non ho avuto pauradi lavorare. Con mia moglie ho fatto da oste, un figlio ho avuto e molto bene l’ho cresciuto, l’ho cresciuto con tenerezza perché diventi una persona per bene e due nipotini ho avuto ai quali mancherò tanto perché me ne sono andato via da loro. Tutte queste cose che ho detto le ho lasciate all’età di 66 anni.

Tutto è cominciato nel 1934, quando un artista locale, lo scultore Stan Ioan Patraș, fece una decorazione per la sua futura sepoltura in legno di castagno. Con quel gesto innaugurò una tardizione che ha reso il cimitero di Sapanta in uno dei luoghi più visitati della Romania, sicuramente in uno dei più noti. Dal 1960 in poi più di 800 tombe sono state decorate. (prendere anche info da zanichelli)

Ce n’è uno con su scritto: “Lasciate un po’ di vino”. Cimitirul Vesel di Sapanta, cimitero alquanto particolare, chiamato “il cimitero gioioso”Le tombe sonod ecorate e colorate, con scene di vita quotidianae a volte anche con poesie scherzose

error: Content is protected !!