La Genesi Tiamat e il Signore del Sogno

INTRODUZIONE

L’irrequietudine del tutto, e il forte odore della creazione. Il sorgere degli Dèi, la creazione del mondo, la nascita dell’uomo, il Diluvio Universale. L’indifferenza dei grandi Dèi, gli Annunaki, le rivendicazioni dei piccoli Dèi, gli Igigu, l’immensità di Tiamat, la potenza di Marduk, la saggezza di Enki, la fatica degli uomini e la nascita di un nuovo regno con il suo Signore. Il Signore del Sogno.

La genesi attraverso la mitologia Sumero-Akkadica, Babilonese e Ittita, integrata in una prospettiva unitaria dai sumeri a oggi. Una prospettiva adatta al presente di oggi e allo stesso tempo adatta al presente di ieri. Adatta ad un qualsiasi presente. Mantenendo il tono e le traduzioni originali, integrando le une con le altre, trasformando e dirigendo il tutto in una lettura originale. Aggiungendo ciò che mancava. Questa è La Genesi.

Il presente scritto è uno studio/narrazione sulla mitologia del Vicino Oriente Antico. È una riproposizione delle più importanti saghe mitologiche del Vicino Oriente, e allo stesso tempo è una particolarissima storia da ascoltare. Mi spiego meglio. La struttura dello scritto è basata sull’unione di più differenti narrazioni mitologiche vicino orientali, dalla mitologia sumero-akkadica, difficilmente districabile nella sua componente sumerica e in quella accadica, a quelle più recenti ittite e babilonesi, dalla Atraḫasis all’Enuma Elish, da riferimenti mitologici prettamente ittiti e ḫurriti all’epopea di Gilgamesh. Si va quindi dalla fine del IV mill. avanti Cristo al I mill. avanti Cristo. Le varie mitologie sono sapientemente collegate le une alle altre producendo un racconto mitologico dalla forte unità narrativa e da un incessante ritmo sincopato dato dal mantenimento dello stile quanto più fedele possibile ai testi originari. Questa solida unità narrativa e compositiva è stata filtrata attraverso una lettura moderna e allo stesso tempo conforme al misticismo antico. Una narrazione per molti aspetti simile al misticismo zen e buddista così come al misticismo di alcune forme primigenie di cristianesimo, come per esempio quella rifacentesi al vangelo di Giuda. In questa intelaiatura si snodano le vicende seguendo un unico filo conduttore. La creazione, gli Dèi, gli scontri, l’essere, l’Uomo, il Diluvio Universale. Un racconto mitologico che ha nelle sue genesi originarie evidenti basi eziologiche.

Questo srotolarsi di avvenimenti mitici assurge al genere di romanzo sia per la suddetta unità narrativa che non ha ovviamente nessun riscontro nei testi antichi (seppur essi vengono fedelmente seguiti), sia per il personale contributo dell’autore che si concretizza in una visione dove olismo e solipsismo si confondono nella nebbia del misticismo, e sia per l’introduzione di una nuova figura, il Signore del Sogno. È con lui che si crea una nuova ontologia in cui il regno dell’Uomo assurge ad una nuova mistica e materiale contingenza.

CAPITOLO 1

Dal verbo degli Dèi questo si tramanda di ciò che è stato.

Quando in alto il cielo non aveva ancora un nome, e quando in basso la terra non era ancora chiamata per nome, solo Apsu il primo e Tiamat la madre erano e mescolavano insieme le loro acque: né terra era nella terra né cielo era nel cielo. E mentre nessuno degli Dèi era ancora apparso, essi non erano chiamati per nome né definiti da un destino. Apsu il primo, loro progenitore, e Tiamat la madre, generatrice per tutti loro, mescolavano le loro acque.

In Apsu-Tiamat alcuni Dèi furono creati: Lahmu e Lahamu apparvero e furono chiamati per nome; ma prima che furono divenuti grandi e forti furono creati Ansar e Kissar che erano a loro superiori. Ansar e Kissar quando ebbero prolungato i propri giorni e moltiplicato i propri anni crearono Anu: il primo che nacque e fu uguale ai suoi genitori. Come Ansar e Kissar avevano fatto simile a loro Anu, loro servo e signore, Anu uguale a sé creò Ea-Enki.  Ea-Enki: futuro ordinatore dei suoi genitori, di immenso intelletto, saggezza e forza, ben più potente del creatore di suo padre Ansar, non aveva uguali al confronto degli altri Dèi suoi fratelli.

Nell’Apsu-Tiamat altri Dèi furono creati ed Enki tra gli altri Dèi suoi fratelli non aveva eguali. Questi Dèi fratelli vagarono nell’Apsu-Tiamat scoprendone lo spazio e con il movimento ne scoprirono il tempo. Abbandonandosi al trambusto disturbarono Tiamat, con i loro moti turbarono l’interno della divina dimora. Apsu si contorceva senza riuscire a placarne il tumulto, tuttavia Tiamat restava impassibile davanti a loro: i loro modi le erano sgraditi e la loro condotta biasimevole, ma lei li risparmiava. Allora Apsu, il produttore dei grandi Dèi gli Annunaki, chiamò Tiamat con un altro nome: Mummu. E così creò Mummu e gli disse:

“Oh Mummu, mio servo e mio appagatore del mio me stesso, vieni con me; andiamo a trovare Tiamat.”

E se ne andarono dunque.  E seduti innanzi a Tiamat chiacchierarono e discussero a proposito degli Dèi da loro creati. Apsu aperto bocca alzò la voce e disse a Tiamat:

“La loro condotta non mi piace: di giorno non riposo, di notte non dormo! Voglio ridurli in nulla e abolire la loro attività affinché sia ristabilito il silenzio e il nulla, e che noi possiamo dormire!”

Al sentire ciò Tiamat si corrucciò, sentì che Apsu con le sue parole le aveva insinuato del male nel suo me stesso, ed essendosi arrabbiata a sua volta così guardò il suo sposo:

“Perché noi stessi distruggeremmo quello che abbiamo creato? La loro condotta è spiacevole? Pazientiamo con benevolenza!”

Mummu allora da epiteto di Tiamat sentì la sua rabbia, guardò attraverso Tiamat e al di là vide Apsu, colui che lo aveva chiamato per nome. Ed essendo suo paggio, ed essendo stato generato nell’Apsu-Tiamat e non essendogli ancora stato affidato un destino così parlò rifiutando l’opinione della sua generatrice Tiamat per sentirsi padrone di sé stesso, e così parlò:

“Fai cessare dunque, padre mio, quell’attività turbolenta affinché tu riposi di giorno e dorma di notte.”

Apsu se ne rallegrò e i lineamenti del suo volto brillarono. Nel suo me stesso ordì male contro gli Dèi suoi figli. Circondò con il suo braccio la nuca di Mummu, il quale si sedette sulle sue ginocchia, e Apsu l’abbracciò. Nel loro stare parlarono, e tutto ciò che avevano ordito nel loro parlare fu riferito agli Dèi che vivevano in Apsu-Tiamat.

CAPITOLO 13

Quando l’uomo fu creato, l’uomo viveva e guardava, al suo sguardo il mondo ebbe un sussulto che essi stessi chiamarono realtà.  La loro prospettiva cambiò tutto. Termini di paragone si crearono, e furono utilizzati. La prospettiva di ogni uomo cambiò tutto. Lo stesso me stesso di cui ogni cosa ne è partecipe si manifestò appena diverso e multiplo, il suo essere rimase uno ma la sua apparenza a sé stesso divenne multipla.

Essi procrearono, e i nuovi uomini costruirono nuovi picconi, nuove zappe, nuove frecce. Spinti dalla ricerca dell’autoconsapevolezza del me stesso essi provvedevano alla loro fame e al cibo degli Dèi. Ma il loro riposare era diverso dal riposare degli Dèi, e così nacquero nuovi regni: i regni del sogno. In questi nuovi regni non un dio ne era signore, non un dio generato da nessuno dei grandi Dèi. Ma Anu, il re degli Dèi, riposava, Enlil, il signore della terra, dormiva, così Kalkal guardiano del palazzo di Enlil volle entrare in questo nuovo regno e ne fu sbalordito, per la prima volta ebbe contatto con il sogno e ne fu scosso. Non Kalkal insediò la sua residenza nel palazzo del regno del sogno. Kalkal tutto vedeva, ma niente comprendeva: cos’era intorno a lui? Cosa non era intorno a lui? Nulla comprendeva! C’era il colore? Non c’era il colore? Nulla comprendeva. Tutto sembrava chiaro ma nulla comprendeva. Le figure, il palazzo, le cose del regno del sogno avevano un me stesso? Nulla comprendeva! Così Kalkal tornò indietro, andò dal suo signore Enlil, ma prima che potesse svegliarlo così a lui, a Kalkal guardiano della porta del palazzo di Enlil, parlò Nuzka il paggio di Enlil:

“Il tuo me stesso, Kalkal, è titubante, cosa ti angustia potente guardiano della porta di Enlil? Lascia che il tuo signore Enlil riposi, ora che l’uomo è stato creato Enlil riposa, lascia che dorma! Apri la tua bocca e dimmi cos’è che ti angustia.”

Così Kalkal parlò a Nuzka, il potente paggio, del suo viaggio nel regno del sogno. Nuzka ne ebbe stupore, e convocò gli Igigu; molti grandi Dèi Annunaki vennero e si tenne concilio. Fu inviato nel regno del sogno Erra il potente ma fu sconfitto! Da chi fu sconfitto? Nessun nome fu proclamato per il dimorante del palazzo del regno del sogno. Nuzka stesso affilò le sue armi, prese le sue armi ed andò a bussare alla porta del palazzo del regno del sogno, con il signore del sogno lottò, ma né lui né Nuzka fu sconfitto, ma Nuzka non poteva vincere e tornò indietro. Ma nessuno proferì nome per il signore del sogno. Enki il saggio, che tutto sa, si erse dunque di fronte alla porta del palazzo del signore del sogno. Il signore del sogno uscì dal suo palazzo, armato della scintillante armatura, stringeva nella mano potenti sortilegi e così parlò Ea-Enki:

“Tu che dimori nel palazzo del regno dei sogni dì a colui che dimora nell’Apsu, di cui il tuo palazzo ne è riflesso tra le nebbie, tutto quello che tu sai.”

E così il signore del sogno rispose ad Enki-Ea:

“Io nacqui in questo palazzo, questo che tu vedi dietro di me, quando aprii gli occhi questo palazzo già esisteva, e il regno fuori era già mio. Qual è la mia materia, o Enki che tutto conosci? Voi Dèi che avete un nome e che riposate nei vostri palazzi, che portaste l’uomo che dorme, dimmi perché io non ho un nome?”

Enki-Ea rispose aprendo la bocca e proferendo parola:

“Il tuo me stesso è il me stesso che tutto è, ma è soffuso! Io, Enki, ho composto l’argilla su cui l’uomo è nato, la Matrice l’ha plasmato, io ne portai il fango dall’Apsu, da cui l’uomo fu creato, e con lui tu, tu che copi nell’Apsu. Se questo nuovo regno è il tuo regno, sconfiggimi nelle regole che in esso guardano tutto e niente!”

Così ebbe inizio lo scontro. Grande fu l’onda e immensa la scogliera. Ma l’inesperto e sfuggente signore del sogno infine fu sconfitto da Enki il saggio, e dal suo regno portato via. Nell’Apsu Enki-Ea imprigionò il signore del sogno.

INDICE

INTRODUZIONE
CAPITOLO1
CAPITOLO2
CAPITOLO3
CAPITOLO4
CAPITOLO5
CAPITOLO6
CAPITOLO7
CAPITOLO8
CAPITOLO9
CAPITOLO10
CAPITOLO11
CAPITOLO12
CAPITOLO13
CAPITOLO14
CAPITOLO15
CAPITOLO16
CAPITOLO17
CAPITOLO18
CAPITOLO19
CAPITOLO20

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https://www.mondadoristore.it/genesi-Tiamat-signore-sogno-LEONARDO-MASSI/eai978889118113/

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