Io sono il Signore di tutto, io sono Loki. Tutto è un inganno, le libagioni che vi sfamano, la vittoria che vi inebria, la sofferenza che vi sveglia, l’acqua che vi disseta, la birra che vi appaga. Non meno della sete. Io sono il Signore dell’inganno. Io sono il Signore della mistificazione. Chi è il Signore di tutto? Io, Loki.
Io sono colui che genera caos e turbamento. Colui che dovete ringraziare per lo scompiglio che avviene improvviso nelle vostre vite. Colui che vi salva dal male eterno e perciò definito egli stesso male dagli altri dèi. Quegli dèi timorosi del caos che nella loro inquietudine tutto vogliono plasmare. Essi su tutto vogliono porre il loro ordine. Io sono il portatore di scompiglio. Io porrò fine a tutto mentre su tutto piscio come un cane randagio che non ha bisogno di delimitare un territorio che sa che non gli appartiene.
Sono incostante, mutevole. Dico una cosa e ne faccio un’altra. Dico un’altra cosa e mantengo la parola. Chi mai saprà di quel che dirò l’attinenza con quel che farò? Non gli dèi Asi impegnati a creare il loro necessario ordine, non gli irruenti giganti che con la selvaggia natura si fondano, non la magia degli dèi Vani. Non voi. Chi conosce il luogo d’approdo del mio agire? Nemmeno io lo conosco. Io qua incatenato in questa caverna buia, io inizio a conoscere i luoghi intermedi, gli spazi destinati a soccombere. Di tutto ciò io rido perché tutto ciò mi piace. Io rido della mia paura, perché essa è bella!
Ma voi siete esseri umani. Che cosa sei tu? Tu sei un essere umano. Sei il moto di una foglia che cade dall’albero immane Yggadrasil. Dal frassino che i nove mondi sorregge. Ti guardi intorno spaesato. Razionalizzi questo precipizio senza fine cercando di rendertelo comprensibile. Nel cadere tu cerchi di render comprensibile te stesso. Ma non vuoi cadere. Per questo cerchi di appoggiarti a qualcosa che non puoi afferrare. Voi esseri umani cercate di dar risposte a domande che non sapete porre. A domande che non sapete formulare. Create la vostra illusione e per questo ci sfioriamo durante i nostri cammini. Mi venite a far visita e attendete che io venga a visitare voi. Voi vivete nell’illusione e nell’inganno. Non illudetevi di essere voi a creare gli dèi, sono gli dèi che vi hanno creato!
Io, Loki, vi parlo attraverso il vostro linguaggio e attraverso la sua struttura. Attraverso la vostra logica io vi mostro il mondo in cui voi siete. Il mondo che vi terrorizza sia perché esso è, sia perché esso non è. Il mondo che non è mondo. Dove ciò che è non diventa parte del tutto, ma niente. Non è quello che vi dice il Gran Saggio 42, non è quello che volete sentirvi dire. Del mio parlare attraverso voi ciò che resta è solo l’eco di quel che chiamate paradosso. In voi questo vi è. L’insondabile coacervo di un per voi incoerente, irragionevole, insensato apparire nel mondo. La pietra che i costruttori hanno scartato è divenuta testata d’angolo.
Non potete sussistere contemplando intorno a voi un mondo caotico e indistinto, un mondo dove regna il caos. Ciò vi angoscia. Come di una stanza bianca, lucente, vuota, chiusa per l’eternità senza nessuno che la guardi. Voi ne avete un insostenibile terrore. Ne avete una paura incontenibile, una paura sconfinata! Il caos originario. Il primordiale. Tutto è un inganno. Né ordine, né senso delle cose, né senso nelle cose. Solo caos pervaso dal suo Signore Loki. Io ne sono il Signore giacché io ne sono il servo.
Il caos senza logica vi spaventa in modo insostenibile. Come il nulla più totale ed eterno. Come il cambiamento perenne che nulla conserva. Come l’oblio senza fine e senza scopo. Come l’eterno ritorno nel medesimo luogo. Come l’assenza perenne di cambiamento. Come l’eternità che procede senza mai tornare indietro. Tutto ciò vi getta nel più profondo e oscuro sgomento. Tutto ciò vi smembra. L’oblio, il nulla, l’eterno, l’immutabile, il mutamento. Tutto ciò vi smembra! Vi smembra in miriadi di frammenti che se ne scappano l’uno dall’altro. Io tengo insieme quei frammenti!
Io, Loki, a volte ho aiutato gli dèi nelle loro imprese, altre volte li ho contrastati e ostacolati. Altre volte ancora sono rimasto indifferente alle loro gesta. Loro dicono che un così volubile atteggiamento fa parte della mia natura demoniaca. Dicono che sia sintomo manifesto della mia pazzia. Dicono che sia malvagio. Io dico: di chi tra voi umani non è propria questa tale natura? Chi non ha aiutato a spingere e poi contrastato nella medesima direzione? Chi non ha supportato qualcuno salvo poi scalfire il suo piedistallo? Chi non ha ritenuto un’impresa buona salvo poi vederne il male?
Io salvo gli dèi da loro stessi. Li salvo dalla noia che è il male eterno e loro mi accusano di essere folle. A me che sono il Signore dell’inganno gli Asi definiscono pazzo. La pazzia è soltanto sapienza non compresa, saggezza non detta. La sapienza è soltanto incomprensione che finge di farsi comprensione. La sapienza è la follia di chi comprende per non comprendere. Di chi cerca di ingannare sé stesso.
Non è la pazzia, non è l’essere folle ciò che mi differenzia dagli dèi miei simili. Gli dèi Asi sono ammalati. Essi sono pazzi, soffrono e cercano la loro cura. La differenza che c’è tra me e tutti gli altri Asi è che io che sono il Signore dell’inganno so bene di ingannarmi. So bene di essere pazzo e non cerco una cura per la mia follia. Io non mi inganno per un motivo, io lo faccio e basta! Agisco e mi inganno. Mi inganno perché so chiaramente cosa voglio, so cosa voglio perché mi inganno. Non è un circolo vizioso, ma per voi esseri umani è un circolo vizioso. Non è quello che voi chiamate paradosso, ma per voi esseri umani è un paradosso. Io non sono un essere umano, non posso conoscere il mondo di un essere umano come un essere umano lo conosce. Così come voi non potete comprendere il mondo degli dèi come un dio lo comprende. Io sono un dio e vedo come un dio, non come un essere umano. Sebbene non possa comprendere fino in fondo cosa sia per voi un paradosso questo io che sono il Signore dell’inganno vedo e conosco. Io vedo che il paradosso a voi esseri umani infastidisce perché voi chiamate paradosso due elementi che si urtano nella stessa realtà. Due azioni che per voi non possono coesistere nella stessa realtà, nella vostra realtà. Eppure entrambi i fatti sono per voi accettabili. Ma non insieme! Quello è il vostro mondo, ma non è il mondo divino. Quel che voi chiamate realtà è nella mia visione solo inganno e quel che chiamate paradosso è nella mia visione solo realtà.
Una cosa io vi dico, una cosa su cui dovreste prestare la massima attenzione. Su cui dovreste darmi la massima fiducia se vi preme la vita. E a genti come voi la vita preme eccome. Questo è bene per l’essere. Allora fidatevi di quel che vi dico: non vi fidate mai di me.
Volete un precetto da seguire, questo io so. Rivolgetevi verso Ásgarðr non verso Loki. Cosa vi aspettate dal Signore dell’inganno? Un precetto da abbracciare, logico e razionale come quelli che la vostra mente esige? Non rubare? Sacrifica agli dèi? Questi sono i precetti che vi instillano le altre divinità di Ásgarðr in cerca di ordine. Loro impongono l’ordine e voi ne seguite la scia. Così siete stati forgiati. Ma di ciò che si crea nulla si conosce. Solo attraverso la paura e l’estasi si conosce.
Io non sono l’ordine che le vostre menti cercano. Io le vostre menti le frantumo per poi tenerle insieme per poi frantumarle ancora. Senza un fine. Rido nel vederle frantumate quando voi provate ad afferrare l’essenza di dove siete immersi, quando provate ad assaggiare l’essenza di voi stessi. L’essenza dell’incontro degli avvenimenti che vi materializzano e che materializzate.
Con voi la banalità di un paradosso getta scompiglio. Con voi il paradosso produce inganno e spaesamento. È per questo che vi sto parlando ora che ho le braccia e le gambe incatenate a queste rocce. Come farete a fidarvi di qualcuno che vi dice di non fidarsi di lui? Forse dovrete fare l’opposto di quel che io vi dirò? Eppure se farete così vi sarete fidati del consiglio di chi vi diceva di non fidarsi di lui. Stolti. Allora fidatevi e seguite pedissequi ciò che io vi dico di fare. Ma chi è più sciocco di chi si fida di qualcuno o di qualcosa che gli dice di non fidarsi di lui? Folli! Dissennati! Mentecatti! Qualsiasi cosa deciderete di fare la vostra decisione sarà sempre quella di fidarsi di me. In un modo o in un altro voi vi fiderete di me sebbene il vostro agire prenderà direzioni opposte. Nulla è più finto di una scelta. Ma non lo dite ad Odinn che per la sua scelta deve combattermi ostinatamente. Sebbene egli non vorrebbe. Le scelte, che stolte illusioni. Dovete riflettere prima di agire, perché questo fa un essere umano che sia degno. E voi siete degli esseri umani! Eppure qualsiasi vostra decisione è destinata a fallire. Qualsiasi vostra azione che seguirà a quella scelta sarà in errore con la vostra logica. Ma sebbene la scelta sia stolta o illogica, essa non inficia l’azione. La vostra azione non dipende dalla vostra scelta. La vostra azione è soltanto all’interno di quel vostro paradosso in cui ora voi siete. Tenetevi la vostra logica e lasciate ciò che definite paradosso e illogico a chi ha il potere di affrontarlo. Non perdete tempo in queste facezie. Agite! Trovate la vostra parvenza, trovate la vostra libertà nell’agire. Agite. Solo così vivrete. Se ciò vi interessa.
Voi avete bisogno di sentirvi come una ramatura incagliata nel legno che vuole percepirsi parte del tronco di un albero. Voi avete bisogno di un legame con questo mondo che vi circonda. Qualsiasi esso sia. Un legame che vi faccia intravedere l’illusione di un ordine. E anche se si trattasse di un ordine passeggero, un ordine che muti in un batter d’occhio di oca selvatica o di falco predatore, questo rimarrebbe per voi motivo di legame a questa realtà, a questo mondo. Credenze moderne, credenze antiche. Aspirazioni comuni, piaceri individuali. Legami, qualsiasi forma essi abbiano. Per voi che vivete in quel batter d’occhio di falco, quella parvenza di ordine è sufficiente a darvi un minimo di appagamento. È sufficiente ad attaccarvi a questa illusione. Chi di voi non trova appagamento perde l’illusione di equilibrio, rischia di perdersi nel poco spazio a lui concesso.
Dovete faticare per cadere nel baratro e dovete poi faticare per non caderci. Solo a costo di gran fatica toccherete il caos. E dopo tutti questi sforzi da ciò cosa ne otterrete voi esseri umani? Voi ne rimarrete così terrorizzati che qualsiasi effimera parvenza di ordine diventerà la vostra più bramata ancora di salvezza. La vostra sola bramosia verso cui tendere per tutto il resto della vostra vita. Dimentica diventerà il vostro imperativo, ricorda diventerà la vostra più grande sofferenza e la vostra più grande illusione.
Voi non pregate Loki. Loki non se ne cura. Voi vivete nel verbo di Loki. Voi pregate Odinn. Voi pregate colui che vi traccia una via da seguire durante la vostra vita e che vi dà la speranza di una forma ordinata di esistenza dopo la morte. Qualunque essa sia. Io non vi darò nulla se non l’illusione che vi sto dando ora. Così Odinn costruisce il suo mondo. Ognuno per il suo mondo. Un mondo, un inganno. Chi governa il mondo se non il Signore dell’inganno? È vero, io sono qua legato. Sì, Odinn mi tiene qua legato in questo meandro oscuro. Ma l’illusione più grande è quella che pervade sé stessi. Odinn non cerca l’illusione. Odinn inganna ma non vuole essere ingannato. Lui vuole dominare il caos, vuole creare ordine e intelligibilità in ciò che è. Tuttavia Odinn già conosce il futuro e come tutti quelli che già conoscono il proprio futuro è destinato ad una vita triste e insignificante, qualunque cosa possa fare.
Io sono la fiamma primordiale che sulle vostre sventure danza e vi fa danzare. Io sono la fiamma primordiale che danza sugli eventi. Voi siete i monumenti, voi siete i momenti. Tu sei tutti gli eventi che ti hanno attraversato. Tu sei tutti gli eventi e ogni tipo di evento che ti ha attraversato. Tu sei ogni singola interazione che è avvenuta tramite te. Tu sei la memoria che ti compone e che entra in contatto con te. Tu sei la parte di idea che ti attraversa e che tu crei. Tu sei un pelo della pelliccia del lupo. Tu sei l’effimero uomo libero che forma un esercito tra i molti eserciti. Da un esercito all’altro senza saperlo tu passi. Tu sei la memoria della materia che ti compone e che attraversa gli eventi. Tu sei la memoria di ciò che sei. La memoria che agisce. Tu sei lo scrigno nascosto degli eventi che si sono compenetrati. Tu non sei un dio. Tu sei io. Io sono ogni singola interazione che è avvenuta tramite me. Io sono gli eventi che ho attraversato e che attraverso me sono passati ed entrati in contatto. Io sono una possibilità, l’unica possibilità tra le infinite possibilità che avvengono. Tu sei colui che tocca e che può essere toccato.
Volete sapere come è nato il mondo? Chissà cosa voi immaginate, piccoli esseri umani che nulla potete se non guardare me. A me che sono il Signore dell’inganno. Così nacque il mondo: niente magia, niente incantesimi, solo ghiaccio che si scioglie al calore. Solo spostamento nello spazio di umidità. Così nacque il mondo. Visto che sono qua in catene, io questo vi racconto.
https://www.lafeltrinelli.it/libri/leonardo-massi/loki-e-solitudine-ymir/9788831665117
https://www.kobo.com/it/en/ebook/loki-e-la-solitudine-di-ymir
PRESENTAZIONE
Assaporerete la mitologia norrena-vichinga. Vi immergerete nel mondo degli dèi di Ásgarðr attraverso la via di Loki. Questo libro non accrescerà la vostra voglia di vivere, ma conoscerete gli dèi, i giganti, i nani. Conoscerete Kvasir il dio saggio, conoscerete l’ira devastante di Thor, conoscerete il dramma di Baldr, conoscerete i passi di Odinn il viandante monocolo. Qua voi troverete i racconti originali della mitologia norrena attraverso un’intelaiatura creata appositamente per far parlare un dio. È il dio Loki. Il dio considerato folle e che a sua volta considera gli altri dèi pazzi. La rivelazione di Loki. L’unico dio norreno a cui non è mai stato tributato un rito o un culto. Loki ci porta alle soglie del Ragnarok, alle soglie della fine del mondo. Quel che verrà dopo sarà un nuovo mondo, ma non sarà il nostro.
Indice del testo in formato cartaceo.
INDICE | |
INTRODUZIONE GENERALE | 8 |
PREMESSA 1 | 10 |
PREMESSA 2 | 16 |
PREMESSA 3 | 18 |
LOKI E LA SOLITUDINE DI YMIR | 25 |
IO, LOKI | 26 |
GINNUNGAGAP – LA GENESI DI CIÒ CHE È | 37 |
CARME DI HYMIR | 55 |
I DADI E GLI SCACCHI | 80 |
IL BANCHETTO DI ÆGIR E LE INVETTIVE DI LOKI | 89 |
I FIGLI DI LOKI | 143 |
IL DIO SACRIFICATO | 168 |
FUNERALI E VENDETTA | 187 |
PUNIZIONE E SUPPLIZIO DI LOKI | 207 |
UMANA SOLITUDINE E GRAN SAGGIO 42 | 226 |
L’ECO DEL CASTELLO | 233 |
LA CONOSCENZA DEGLI UOMINI | 240 |
LOKI E LA PAZZIA DEGLI DÈI | 262 |
LA TRAVE | 271 |
INTRODUZIONE ALLA MITOLOGIA NORRENA | 274 |
GLOSSARIO | 352 |
BIBLIOGRAFIA DI BASE | 360 |
SITOGRAFIA DI BASE | 363 |